Verso la fine del secolo scorso, la demonizzazione del colesterolo ha determinato un notevole aumento del consumo di grassi di origine vegetale, come le margarine. In realtà, ciò ha provocato ulteriori problemi nel trattamento dei disturbi cardiovascolari, dovuti proprio al potenziale infiammatorio di queste molecole, soprattutto quando vengono esposte a elevate temperature o vengono impiegate nei processi industriali, tutti fattori che provocano l’alterazione degli acidi grassi coinvolti e li rendono capaci di generare infiammazione. Quindi, se da un lato si dovrebbero ridurre i grassi saturi contenuti nei prodotti di origine animale, come burro, formaggi e carni grasse, dall’altro si dovrebbero ridurre e possibilmente escludere tutti i prodotti industriali contenenti grassi vegetali, come grissini, fette biscottate, merendine, etc. A maggior ragione se a base di farine raffinate, dato il loro impatto sull’aumento della glicemia e la loro carenza in fattori di protezione come fibre, minerali e vitamina E. D’altra parte, i grassi contenuti nel pesce fresco, nell’olio extravergine d’oliva e nei semi oleosi hanno un’azione antinfiammatoria protettiva nei confronti delle arterie, così come gli antiossidanti contenuti nella frutta e nella verdura. In sintesi, a prescindere dalla condizione di partenza, per la salute di cuore e arterie, bisognerebbe sempre ridurre al minimo i fattori di rischio precedentemente descritti, legati soprattutto al grado di infiammazione; allo stesso modo, bisognerebbe migliorare lo stile di vita, praticando costante attività fisica e curando al meglio la propria alimentazione, escludendo i prodotti industriali, limitando dolci e carni grasse e aumentando il consumo di cereali integrali, legumi, semi oleosi, pesce azzurro, frutta e verdura.